L'episodio del Salone Auto Torino conferma - con certezza matematica - una tendenza a cui da tempo stiamo assistendo, con troppa inerzia e sudditanza: la criminalizzazione dei motori, del motorsport in particolare, da parte della stampa generalista nazionale, con un occhio di riguardo per i rally.
Nessuno spoiler, ma il messaggio che compare tra la fine di Race for Glory e i titoli di coda è fondamentale: “[...]le vicende narrate nel film sono ispirate a eventi realmente accaduti.
Un proverbio francese ci aiuta a mettere in parola un sentimento che prende forma man mano che andiamo a vedere e approfondiamo l'ambiente rallystico italiano.
Quando questo progetto è nato, non aveva nessun obiettivo preciso nè domande di mercato da soddisfare. Non c’era alcun business plan né target da centrare a 10 anni.
Forse non esistono giorni buoni o meno buoni per morire forse esiste un prima e un dopo, il prima quando pensi che nella vita ci sono alti e bassi, gare buone e gare meno buone, ci sono gli obiettivi che vuoi raggiungere, le “cose che devi fare” per le quali ti dimentichi che stai, in effetti, rischiando, almeno in parte, la vita.
Quello che vi propongo in queste righe è un doppio itinerario possibile per andare a vedere il Rally di Montecarlo 2023, sia che voi abbiate scelto la modalità camper alcolico con amici, sia che abbiate scelto la modalità “scappati di casa” dormendo in auto, o variante “zero sbatti” dormendo in albergo.
Questo weekend insieme a Luca Ferro, dopo molto tempo, ho deciso di riassaporare l’atmosfera delle grandi trasferte rallystiche, il viaggio, l’attesa.. l’atmosfera frizzante che puoi respirare solo a 5 minuti dal passaggio della prima auto. Quale occasione migliore del rally più prestigioso al mondo?